Per sfuggire alle terribili incursioni dei pirati
                saraceni, nel VII secolo d. C., gli abitanti dell’isola
                di Salina si rifugiavano, per periodi più o meno lunghi,
                in grotte naturali ampliate scavando nel tufo, situate in luoghi
                molto difficili da raggiungere e nascoste dalla fitta vegetazione
                boschiva. Molte grotte sono in comunicazione per mezzo di passaggi
                interni e si possono visitare accompagnati da una guida locale.
                Partendo da Serro dell'Acqua, attraverso un sentiero che prosegue
                tra tufi stratificati e il vallone del Castagno, la prima grotta
                che si incontra è ancora abitata; proseguendo il sentiero
                si fa difficoltoso, prima di raggiungere altre grotte rifugio.