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Il Castello di Lipari

Il suo attuale assetto è sostanzialmente quello dato dalle fortificazioni erette dagli Spagnoli nel XVI secolo che inglobano i resti di fortificazioni medievali e greche del IV secolo a.C.. Nella cittadella si trovano: la Chiesa sconsacrata di S.Caterina (ex Chiesa dell’Immacolata), una zona archeologica, la Chiesa dell’Addolorata, la Chiesa dell’Immacolata, la maestosa scala d’accesso diretto dal basso alla Cattedrale di S.Bartolomeo, la sezione del Museo Archeologico dedicato alla preistoria delle isole minori, la sezione del Museo Archeologico dedicato alla Vulcanologia, il parco archeologico, il teatro, la Chiesa della Madonna delle Grazie, il Museo Archeologico Eoliano dedicato alla preistoria di Lipari, che ha sede nell’antico palazzo dei vescovi, il Museo Archeologico Eoliano dedicato dall’antichità classica.

 

Cattedrale di San Bartolomeo

Di origine normanna (XIII secolo), venne riedificata nel 1654 mantenendo le volte a crociera ogivali. Nel 1755 venne dotata di un alto campanile delle due navatelle laterali e di un prospetto nuovo. La facciata è stata completamente rifatta nel 1861 e il portale di bronzo, del 1980, è un dono dei Liparoti a S.Bartolomeo per lo scampato pericolo durante il terremoto. All’interno si trovano pregevoli opere d’arte, per lo più barocche: dipinti, arredi, ex voto, reliquiari, sculture, tra cui una statua in argento del 1700. Al lato della navata destra vi è l’accesso per il chiostro normanno con i suoi bellissimi capitelli.

 

Santa Caterina d'Alessandria

La santa vi viene rappresentata a figura intera, affiancata da due angeli che le reggono la corona. Con la destra impuga una spada con la quale colpisce un turco e con l’altra regge la palma del martirio. La tavola, dal carattere un po’ rigido e provinciale è firmata da Giovanni Filippo De Floris.

 

Madonna del Rosario con San Domenico e Santa Caterina da Siena

Il dipinto sensibile alla temperie culturale postridentina, è di ignoto autore sensibile alle influenze nordiche. Il soggetto principale è incorniciato da quindici quadretti che rappresentano i misteri ed è completato da una predella con la predica di S.Tommaso affiancata dagli stemmi della città di Lipari. La Vergine con gesto composto porge il rosario a S.Domenico, mentre diversi fedeli si assiepano attorno al suo trono.

 

Dormitorio Virginis

Il tradizionale tema della Koimesi è qui in una versione tardo cinquecentesca nel cui stile è ravvisabile l’influenza del pittore bergamasco Polidoro da Caravaggio che, dopo il sacco di Roma del 1527 fu a Napoli e in Sicilia dove influenzò la produzione locale. Attribuito a Giovan Filippo Criscuolo (1495/1584) sembra essere una derivazione da un prototipo di P.da Caravaggio, simile ad altri tre, sempre di Criscuolo, rispettivamente ad Ausonia (Frosinone), a Budapert. e nella chiesa di S.Maria Assunta di Fondi (Latina).

 

Deposizione

La tavola apparteneva all’altare di S.Maria della Pietà, nella stessa cattedrale. L’opera, del XVI secolo, rappresenta il soggetto in modo analogo a quello dipinto per la chiesa di S.Giacomo degli Spagnoli da G. Bernardo Lama.

 

Reliquiario della Santissima Croce

Databile tra la fine del XVI e inizi XVII secolo, conserva sei frammenti di legno in una piccola croce d’argento dorato posta in un ostensorio con piede d’argento dorato con una croce alla sommità. Ai lati della teca cilindrica in vetro posta su una struttura di stile gotico fiorito stavano le immagini ora disperse di S.Pietro e S.Paolo.

 

Organo

Il piccolo organo venne commissionato dal vescovo Vincenzo Maria De Francisco il cui stemma è rappresentato sulla sommità a Emanuele Buongiorno, nel 1763.

 

Vascello-Reliquiario

In argento, appartiene alla prima metà del XX secolo.

 

Statua di San Bartolomeo

In argento sbalzato h. 1,50 c. del XVIII secolo.

 

Chiostro normanno

Esso apparteneva al monastero benedettino, uno dei quattro monasteri benedettini costruiti in Sicilia da Ruggero il Normanno, venne edificato utilizzando blocchi di pietra asportati dalle mura greche e i materiali di recupero delle rovine della rocca. Esso sorgeva addossato alla chiesa omonima la cui ricostruzione secentesca e la successiva costruzione del palazzo del vescovo adiacente alla cattedrale, nel XVII secolo, finirono per inglobarlo facendo addirittura scomparire la memoria della sua esistenza fino al 1970.

 

Capitelli del chiostro

Una tra le poche testimonianze artistiche medievali sopravvissute alla devastazione compiute dai Turchi di Ariadeno Barbarossa sono i capitelli del chiostro dell’abbazia normanna di S.Bartolomeo, eretta dal conte Ruggero che ne fece donazione a frate Ambrogio, primo abate di tutte le isole (1095). I capitelli riutilizzano pietre più antiche e recano due tipi di decorazione: geometrico fitomorfo con la presenza di un monogramma; a figure simboliche, soprattutto animali come colombe, pesci, uccelli, leoni, asini. La tecnica è a rilievo e lo stile è riferibile alla scultura romanica cistercense del XII secolo.

 

Antico palazzo vescovile

L’antico Palazzo dei Vescovi venne costruito nel XVII accanto alla cattedrale, utilizzando i materiali di recupero dell’acropoli, ospita attualmente il Museo Archeologico Eoliano. Alcune parti di muratura costruite con blocchi di riuso dell’epoca greca sono ancora visibili nella sala X del Museo che conserva testimonianze dell’età greca e romana nell’area urbana di Lipari, il bothros di Eolo e i suoi contenuti.

 

Madonna col bambino e i santi Giovanni Battista e Giacomo
La tavola, che nella lunetta reca una Trinità con angeli, proviene dalla chiesa di S.Giacomo Maggiore, che gli Spagnoli fecero costruire nella contrada “Vagnamare supra rupe” e che venne requisita e demolita nella seconda metà del XIX secolo per fare spazio alla costruzione del faro che successivamente divenne casa privata. La tavola risulta piuttosto annerita e poco leggibile ma è tuttavia riferibile stilisticamente all’ambito cinquecentesco palermitano.

 

Madonna col bambino dormiente e angeli
Si tratta di un dipinto di particolare importanza in quanto sembra possa essere ricondotto all’influenza sulla scuola napoletana la presenza del pittore toscano manierista Giorgio Vasari, giunto a Napoli tra il 1544 e il 1545. Inoltre la tavola è inserita in una preziosa cornice in legno intagliato e dorato della stessa epoca.

 

Chiesa dell'Immacolata

L’edificio barocco, recentemente restaurato contiene numerose opere d’arte, tra cui un altare maggiore in marmo bianco e tarsie policrome del XVIII secolo, un dipinto raffigurante la Madonna dell’Itria del XVII secolo, un olio su tela con S. Tobiolo e l’angelo del XVII, un olio con le Anime del Purgatorio, un olio con la Sacra famiglia e S.Bartolomeo del XVII secolo, un olio con l’Immacolata del XVII secolo, un olio su tela con la Madonna Orante del XVIII secolo, due statue dell’Immacolata del XVIII secolo.

 

Chiesa dell'Addolorata

Nel 1699, per volere del vescovo Ventimiglia, furono riunite insieme tre, piccole chiese, di S.Andrea, dellItria e dei Sette Dolori, dando origine all’attuale chiesa dell’Addolorata L’edificio originario secentesco ha subito nel Settecento sostanziali restauri, sebbene conservi ancora parte della decorazione a fresco e a stucco del XVII secolo, portata a nuovo dopo l’ultimo recentissimo intervento di recupero. Contiene pregevoli opere come la tela datata 1743 che rappresenta S. Onofrio, quella con S. Teresa d’Avila, pure settecentesca, quella con la Maddalena in adorazione di Cristo Crocifisso, una statua rappresentante un Ecce Homo in legno scolpito e dipinto del XVIII secolo e la famosa statua dell’Addolorata.
Pregevoli anche alcuni altari: quello laterale sinistro in legno scolpito e dorato del XVII secolo e un altare laterale destro del XVIII secolo.

 

Presentazione di Gesù al tempio

Il dipinto, apparteneva alla chiesa della Purificazione, detta “delli Bianchi”. Il riferimento ad un analogo soggetto dipinto da Giorgio Vasari per la chiesa napoletana di S.Anna dei Lombardi, datata 1545, assegna la tavola a un seguace napoletano del maestro toscano.

 

Chiesa di Santa Maria delle Grazie

L’edificio venne completamente rinnovato nel 1700 dal vescovo Ventimiglia che vi volle collocare un organo sulla porta d’ingresso e che dotò la chiesa di un numero doppio di altari. Le forme settecentesche sono giunte praticamente inalterate fino ai giorni nostri anche nella sua decorazione plastico pittorica. Gli affreschi, datati 1708, sono opera del pittore Alessio Cutrono e il pavimento è realizzato in mattonelle di ceramica bicolore dell’inizio del XVIII secolo.

 

Scavi archeologici

Sono situati a fianco della chiesa dell’Immacolata e al Museo Eoliano, di fronte alla Cattedrale. Iniziati nel 1950, hanno messo in luce uno strato archeologico profondo 10 metri in cui la parte più antica corrisponde al IV e III millennio (età neolitica e del rame). Attualmente restano in vista solo i resti dell’età del bronzo con capanne di pietra e fango argilloso che appartengono alla cultura di Capo Graziano (XXII-XV secolo a.C.) della prima età del bronzo, cui si sovrappongono capanne della cultura Milazzese della media età del bronzo (fine XV- inizi XIII secolo a.C.). Si hanno poi resti di capanne della tarda età del bronzo, l’Ausonio I (XIII-XII secolo a.C.) e dell’età del bronzo finale, l’Ausonio II (XI-X secolo a.C.). A tale deposito preistorico si sovrappongono le fondazioni delle case di tarda età ellenistica (III secolo a.C.) suddivise da una strada assiale (decumano) che corrisponde alla strada moderna che incrocia ortogonalmente varie altre strade minori (cardini). Queste case sono poi state più volte ristrutturate anche in età romana.

 

Parco Archeologico

Il parco è collocato in un boschetto di fichi d’india, agavi ed eucalipti, dietro la chiesa della Madonna delle Grazie. Vi sono raccolti sarcofagi di pietra rivenuti negli scavi della necropoli in contrada di Diana, appartenenti all’epoca greco-romana.

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